FITOTERAPIA ED OMEOPATIA


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  FITOTERAPIA

La Fitoterapia ha origini antichissime ed è alla base di tutta la terapia medica. All’evoluzione della chimica farmaceutica negli ultimi cinquant’anni è seguita, da parte di medici e pazienti, una parziale rinuncia di quanto gli proveniva dalla medicina tradizionale; conseguentemente, dalle farmacie, è seguita la progressiva scomparsa di molti rimedi utili, anche se di modesta attività farmacologica, che erano di uso consolidato, e che da tempo erano entrati nelle abitudini della gente. Le preparazioni medicinali a base vegetale hanno così seguito lo stesso destino dei galenici tradizionali di derivazione magistrale, entrambi sopravvissuti a stento all’invasione farmaceutica.

Approfondimento: Impiego storico delle erbe officinali nella terapia medica
Approfondimento: Serenoa Repens

  La Fitoterapia moderna, sfrondata dalle superstizioni del passato, è divenuta ormai una scienza che affianca la botanica e la farmacologia, ed è anch’essa ausiliaria della medicina. I malati affetti da patologie gravi, fortunatamente, sono una minoranza. Per essi può essere più giustificato l’impiego dei farmaci di sintesi, farmaci potenti e pronti nell’azione terapeutica ma anche aggressivi e talvolta pericolosi. 

  Per le patologie gravi, e per molte altre, la farmacologia e la chimica farmaceutica moderne hanno messo a disposizione farmaci dall’efficacia strabiliante; quasi sempre, purtroppo, utilizzando un rimedio terapeutico che agisce con una certa “forza d’urto”, ne risulta un contraccolpo che inevitabilmente provoca degli effetti collaterali. La Fitoterapia, a differenza di quanto sopra, è caratterizzata da un’azione lenta, ma praticamente priva di effetti collaterali. A riprova di ciò non stupisce il fatto che la Fitoterapia stia conoscendo da alcuni decenni un rinnovato interesse, non solo nell’opinione pubblica, ma anche tra gli specialisti del settore sanitario internazionale. 

  Dapprima all’estero, e da qualche tempo anche in Italia, si sta tornando con un certo favore allo studio delle piante officinali ed al loro impiego in terapia; queste, dimenticate per anni, sono ormai ritornate alla ribalta terapeutica.

 

I PREPARATI FITOTERAPICI

Preparazioni ottenute partendo da pianta essicata

INFUSO.
Si prepara a partire da piante essicate ridotte a pezzi più o meno piccoli mediante lavorazioni meccaniche. E' possibile usare una sola pianta o più piante mescolate tra loro. Si mette il materiale in un contenitore adatto, vi si versa sopra acqua bollente e si lascia raffreddare per alcuni minuti. A questo punto si filtra tramite garza senza comprimere e si beve il liquido risultante. Generalmente si adoperano da due a dieci grammi di pianta essicata per preparare 1 kg. di infuso.

DECOTTO.
Si prepara a partire da piante essicate ridotte a pezzi più o meno piccoli tramite lavorazioni meccaniche. E' possibile usare una sola pianta o più piante mescolate tra loro. Tale materiale si mette in acqua e si porta fino ad ebollizione, poi si lascia raffreddare, si filtra tramite garza senza comprimere e si beve il liquido risultante. Generalmente si adoperano da due a cinque grammi di pianta essicata per preparare 1 kg. di decotto. Tale metodica di preparazione non deve mai essere applicata a piante contenenti principi attivi volatili.

TISANA.
Si prepara a partire da piante essicate ridotte a pezzi più o meno piccoli tramite lavorazioni meccaniche. Una tisana è composta da una miscela di piante medicinali, tra le quali distinguiamo il rimedio base, composto da una o più piante medicinali la cui azione medicamentosa è quella più importante, l'adiuvante, rappresentato da una pianta che ha lo scopo di rinforzare l'effetto del rimedio base, il correttivo, composto da una o più piante che hanno la funzione di migliorare il sapore della tisana. Generalmente per preparare un litro di tisana si usano da dieci a venti grammi di piante essicate, ragion per cui essa rappresenta un medicamento che contiene piccole quantità di fitocomplesso e può quindi essere assunto, anche abitualmente, senza timore di effetti collaterali. La tisana può essere preparata per infusione, per decozione, per macerazione o anche, in certi casi, per semplice soluzione. E' consigliabile conservare le piante in scatole di legno o di cartone, attraverso le quali non passi la luce.
In genere infusi, decotti e tisane vanno bevuti al momento della preparazione o entro poche ore da essa, poichè sono forme farmaceutiche facilmente deperibili. Infatti esse fermentano facilmente, soprattutto in estate o se si trovano vicine a fonti di calore, e ciò può compromettere la struttura del fitocomplesso e quindi le caratteristiche curative del prodotto stesso. 
E' importante sottolineare che queste forme farmaceutiche sono ottenute con un'estrazione acquosa del fitocomplesso, per cui sono utilizzabili solo se i costituenti del fitocomplesso o almeno la maggior parte di essi sono solubili in acqua. Inoltre il calore dell'acqua bollente può alterare i principi attivi presenti nella pianta, riducendo in tal modo la sua efficacia. In genere le tisane hanno un’azione curativa blanda.

POLVERE.
E' una forma farmaceutica ottenuta a partire da pianta essicata, che viene ridotta in polvere tramite macinazione. Le polveri possono essere semplici, se contengono un solo componente, o composte se ne contengono più di uno. Le polveri micronizzate si ottengono macinando opportunamente la pianta essicata e sottoponendo poi il prodotto ottenuto a setacciatura, raggiungendo in tal modo una granulometria molto fine ed uniforme. Il loro componente predominante dal punto di vista quantitativo è costituito dai materiali di struttura del vegetale, in particolare cellulosa e lignine, mentre i principi attivi sono presenti in quantità piuttosto limitata, non oltre il 10% del peso del prodotto finito. Ciò è vero anche per le cosiddette polveri criofrantumate, ottenute sempre per lavorazione della pianta in toto ma a temperature molto basse, in genere a -60°C. Il vantaggio di questa tecnica e quello di non causare alterazioni nel fitocomplesso ad opera del calore, che si sviluppa invece durante la lavorazione tradizionale, e questo è particolarmente vero per piante che hanno dimostrato di temere le alte temperature, in particolare quelle ricche di oli essenziali. Le polveri hanno un ‘azione curativa che può considerarsi discreta.

ESTRATTO FLUIDO.
Si prepara a partire da pianta essicata, mettendola a macerare in un solvente apposito, generalmente alcool etilico e acqua, per determinati periodi di tempo. E' un prodotto piuttosto valido, poichè l'alcool è in grado di estrarre la quasi totalità del fitocomplesso presente nella pianta di partenza. Durante la conservazione esso può lasciare un leggero deposito sul fondo del contenitore. L’estratto fluido è dotato di un grado alcoolico che nella maggior parte dei casi oscilla tra i 20 e i 30°C, ma che alcune volte può raggiungere anche i 60°C. Come tutte le forme liquide, va assunto diluendolo in poca acqua non gasata a temperatura ambiente e tenuta in bocca per almeno un minuto, allo scopo di favorire l'assorbimento attraverso la mucosa della bocca. Gli svantaggi dell’estratto fluido sono rappresentati dal suo elevato contenuto di alcool e dal fatto che i principi attivi in esso contenuti sono notevolmente diluiti dalla soluzione di alcool e acqua che costituisce la grande maggioranza del preparato. L’estratto fluido ha un’azione curativa che può considerarsi discreta.

ESTRATTO SECCO.
Si prepara in genere partendo dall'estratto fluido, che poi viene fatto evaporare con metodiche sofisticate quali la nebulizzazione, fino ad ottenere una polvere finissima ed impalpabile, che è rappresentata in pratica solo dal fitocomplesso tipico di quella pianta. Esso è assai più concentrato rispetto all'estratto fluido da cui deriva. Grazie a questa sua concentrazione e purezza, è possibile procedere alla titolazione, che consiste nel valutare, con tecniche particolarmente sofisticate, non solo la presenza del o dei principi attivi ricercati, ma anche di determinarne esattamente la quantità. In questo modo si ottiene un prodotto di tipo farmaceutico, poichè è possibile determinare le sostanze in esso presenti e di misurarne con precisione la quantità, ottenendo così un rimedio standardizzato e quindi sempre uguale in ogni lotto utilizzato. La dimensione molto piccola dei suoi granuli lo rende molto biodisponibile, perché ne facilita sia l'assorbimento sia l'utilizzazione da parte dell'organismo. Oggi l’estratto secco titolato e standardizzato è considerato il prodotto fitoterapico migliore. L’estratto secco è dotato di un’azione curativa ottimale.


Preparazioni ottenute partendo da pianta fresca

 
TINTURA MADRE.
Si prepara mettendo la pianta allo stato fresco, quindi entro poche ore dalla sua raccolta, a macerare in un solvente apposito, generalmente alcool etilico e acqua, per un determinato periodo di tempo. Il liquido viene poi diluito con acqua e alcool secondo la proporzione di 9 parti di acqua e alcool e 1 parte di estratto e viene utilizzato soprattutto in omeopatia. Per la preparazione delle tinture madri si fa riferimento a quanto indicato nella Farmacopea Francese o in quella Tedesca, poichè la Farmacopea Italiana non le prende in considerazione. La tintura madre è dotata di un grado alcoolico che in genere è compreso tra i 50 e i 70°C. Durante la conservazione essa può lasciare un leggero deposito sul fondo del contenitore. Come tutte le forme liquide, va assunta diluendola in poca acqua non gasata a temperatura ambiente e tenuta in bocca per almeno un minuto, allo scopo di favorire l'assorbimento attraverso la mucosa della bocca. Gli svantaggi della tintura madre sono rappresentati dal suo elevato contenuto di alcool e dal fatto che i principi attivi in esso contenuti sono notevolmente diluiti dalla soluzione di alcool e acqua che costituisce la quasi totalità del preparato. Le tinture madri hanno un’azione curativa piuttosto blanda.
Vediamo qui seguito alcune tinture madri tra le più utilizzate:
 
• TM di Achillea : turbi della menopausa, rito emorragie;20-40 gocce,2.3 volte al dì.
• TM di Agnocasto: disturbi mestruali; 30 gocce 3 volle al dì.
• TM di Artiglio del diavolo: reumatismi, acne; depura il sangue; 30.50 gocce 3 volte al dì.
• TM di Avena: insonnia, coliti, depressione, dermatiti e dermatosi allergiche; 20 gocce 3 volte al dì; 40-60 gocce prima di andare a dormire in caso di insonnia.
• TM di Bardana: dermatiti, seborrea, iperglicemia, emorroidi, rosolia, acne; 30-50 gocce 2-3 volte al dì.
• TM di Betulla: cellulite, iperglicemia, reumatismi infiammatori, dermatiti; 30-40 gocce 2-3 volte al dì.
• TM di Biancospino: ipertensione, palpitazioni, insonnia; 20 gocce 3 volte al dì.
TM di Camomilla comune: insonnia nervosa, ipertensione, aerofagia, emicrania, infiammazioni dell'intestino; 30.40 gocce 3 volte al dì.
• TM di Carciofo: ipercolesterolemia, insufficienza, epatica, cirrosi epatica, itterizia, calcoli biliari, reumatismi, ritenzione idrica; 30-40 gocce 2-3 volte al dì.
• TM di Echinacea: malattie da raffreddamento, dermatiti, acne, ulcere varicose, afte; 20.40 gocce 2-3 volte al dì.
• TM di Equiseto: osteoporosi, cistiti, arteriosclerosi, ipersudorazione; 30-50 gocce 3 volte al dì.
• TM di Genziana: stanchezza, vermi nei bambini (ossiuri), ipotensione arteriosa; 15-20 gocce 3 volte al dì.
• TM di Luppolo: sindrome premestruale, disturbi della menopausa; 20-30 gocce una volta al dì.
• TM di Tè di Giava: sovrappeso, cellulite, cistite, emicranie di origine epatica, ipercolesterolemia, ipertensione arteriosa; 40-50 gocce 3 volte al dì.
• TM di Calendula: per le proprietà antinfiammatorie e lenitive, la calendula é utile per trattare numerosi disturbi della pelle, come eczemi solari, irritazioni e arrossamenti di varia origine,. eritemi solari... In tutti questi casi, potete impiegarla per uso esterno diluendo 20 ml di TM in 100ml di acqua sterile.
Utilizzatela per impacchi e lavaggi da applicare sulla parte interessata.
Utile anche per lavande vaginali ( 50 gocce per una peretta di acqua a 38° C), in caso di infiammazioni da candida, prurito.Per uso interno è utile per gastrite, candida, vulvovaginiti (30 gocce 3 volte al dì).
 
MACERATO GLICERINATO.
Si prepara mettendo a macerare in una miscela di acqua (20%) alcool (30%) e glicerina (50%) le parti più giovani della pianta: le gemme, i giovani getti non più lunghi di 5 cm. e talvolta le giovani radici, per determinati periodi di tempo. Il liquido viene poi diluito con acqua, alcool e glicerina secondo la proporzione di 9 parti di acqua, alcool e glicerina e 1 parte di estratto e viene utilizzato soprattutto in omeopatia. Per la preparazione dei macerati glicerinati si fa riferimento a quanto indicato nella Farmacopea Francese, poichè la Farmacopea Italiana non li prende in considerazione. E' dotato di un grado alcoolico di 30°C. Durante la conservazione esso può lasciare un leggero deposito sul fondo del contenitore. Come tutte le forme liquide, va assunto diluendolo in poca acqua non gasata a temperatura ambiente e tenuta in bocca per almeno un minuto, allo scopo di favorire l'assorbimento attraverso la mucosa della bocca. Gli svantaggi del macerato glicerinato sono rappresentati dal suo elevato contenuto di alcool e dal fatto che i principi attivi in esso contenuti sono notevolmente diluiti dalla soluzione di alcool e acqua che costituisce la quasi totalità del preparato. Nonostante questo i macerati glicerinati hanno un’azione curativa discreta.

 

Preparazioni per distillazione o spremitura

 
SUCCHI DI PIANTA FRESCA.
Sono preparati ottenuti meccanicamente per pressione della pianta fresca, preventivamente frantumata, e sono costituiti dai liquidi presenti nei tessuti vegetali. Essi sono commercializzati sotto vuoto senza l'aggiunta di coloranti o conservanti, e sono una forma molto semplice di somministrazione delle piante medicinali, che può essere paragonata alle polveri. Su queste hanno però il vantaggio di non aver subito l'essicamento, capace di provocare alterazioni enzimatiche di alcuni componenti. Questo prodotto è però facilmente deperibile, per cui viene commercializzato sotto vuoto e, una volta aperto, deve essere consumato nel più breve tempo possibile e conservato al freddo. I succhi hanno un’azione curativa discreta.

OLI ESSENZIALI O ESSENZE.
Sono forme farmaceutiche ottenute per distillazione in corrente di vapore o per spremitura di una pianta fresca oppure essicata. Recentemente è stata messa a punto una tecnica di estrazione basata sui gas supercritici, che dà un prodotto migliore ma molto più costoso. L'olio essenziale ottenuto è una miscela di sostanze organiche, spesso volatili, con odore aromatico caratteristico e in genere piuttosto penetrante. Gli oli essenziali sono poco stabili: all'aria, alla luce e al calore si ossidano diventando scuri, più densi e di odore meno gradevole. Gli oli essenziali sono lipofili, cioè capaci di penetrare anche in tessuti contenenti elevate quantità di sostanze grasse, generalmente liquidi, non solubili in acqua ma solubili nei solventi dei grassi come alcool, etere, cloroformio e nei grassi stessi come olio di mandorle, olio di oliva e/o di semi ecc. La loro lipofilia ne consente la penetrazione nel sangue in quantità significative anche se usati per via esterna. E' necessario accertarsi che gli oli essenziali usati siano purissimi e prodotti quindi da officine farmaceutiche, poichè quelli sofisticati e quelli sintetici possono essere molto più tossici. Recentemente sono stati messi a punto i cosiddetti oli essenziali microincapsulati, che si presentano come una polvere nella quale gli oli essenziali vengono fatti assorbire a particelle di materiali inerti. Gli oli essenziali hanno un’azione curativa ottimale, ma possono essere facilmente tossici se usati in modo non corretto.

 

GEMMOTERAPIA 


Un settore della fitoterapia che prevede l'impiego di estratti di gemme, germogli, radichette...
I gemmoderivati: l' energia delle parti giovani delle piante
Ricavati per macerazione dei tessuti vegetali giovani, i gemmoderivati depurano, proteggono l'organismo e riducono lo stress
Gemme, giovani getti o germogli (gemme appena schiuse), giovani radici ecc., contengono, qualunque sia l'età della pianta, un concentrato di principi attivi, di energia e di forza necessari per lo sviluppo del vegetale e per la formazione delle sue parli nuove. Grazie alla loro carica di energia vitale e alla ricchezza di principi attivi, tali elementi vegetali sono in grado di rivitalizzare e riequilibrare corpo e mente.
Come si preparano
La preparazione dei macerati glicerici o gemmoderivati deve seguire regole precise si preparano seguendo le indicazioni francesi, che prevede varie fasi.
Raccolta e pulitura dei tessuti embrionali dei vegetali.
Triturazione e macerazione del materiale raccolto. La macerazione è fatta prima in alcol per 4-5 giorni, quindi si aggiunge una miscela di acqua e glicerina in parti uguali.
Filtrazione e spremitura del materiale, lasciato poi riposare per altri 2 giorni. I macerati glicerico di base.
Diluizione del macerato di base con una nuova miscela di alcol, acqua e glicerina in proporzione di 1:10 (una parte di macerato glicerico di base e 9 parti di miscela idrogliceroalcolica). Si ottiene così un macerato alla prima diluizione decimale hahnemaniana (da Hahnemann, fondatore dell'omeopatia): M.G. 1 DH.

Come agiscono
Utilizzarti sia come drenanti degli organi emuntori (fegati, pelle, reni, polmoni, intestino...), deputati alla depurazione dell'organismo, sia per la loro specifica qualità terapeutica, i macerati glicerici (M.G.) agiscono sull'organismo attraverso lo stimolazione del sistema reticolo endoteliale, un complesso di cellule disseminate nel corpo destinato all'eliminazione di sostanze nocive o estranee, svolgendo un ruolo importante nell'attivazione di processi antinfiammatori e immunitari.
Vitamine, fitormonl, enzimi, sono solo alcune delle sostanze attive di questi rimedi indicati anche per i bambini e donne in gravidanza e i tessuti embrionali vegetali, i "meristemi", vi sono più sostanze e principi attivi di quante non ve ne siano nella pianta adulta. Essi sono particolarmente ricchi di enzimi, vitamine, fattori di crescita, acidi nucleici (DNA, RNA), ormoni vegetali (auxine, cinerine, gibberelline), oltre ai principi attivi propri della pianta da cui provengono (antociani, flavonoidi ecc.).

Alcune ricerche hanno evidenziato, per esempio, che tra gemma (tessuto embrionale) e foglia (tessuto adulto) di Ribes nigrum vi sono differenze notevoli:
• nella gemma sono presenti sette antociani (sostanze coloranti con proprietà terapeutiche), nelle foglie tre;
• gli antociani presenti nella gemma sono ben 28,6 mg/g, nella foglia 22,4 mg/g;
• gli aminoacidi (composti organici che unendosi tra loro formano le proteine) sono presenti in maggiori quantità nella gemma; in particolare, I'aminoacido arginino si trova nella gemma nella misura di 5,7 mg/g, nella foglia di 0,77 mg/g;
• la vitamina C è presente soprattutto nella gemma.
Altri studi dimostrano che le gemme del tiglio contengono più principi attivi rispetto alle altre parti della pianta, e che nelle foglie giovani del rosmarino vi sono più idrocarburi monoterpenici, bomeolo, acetato di bomile, terpinolo e terpinene aspetto a quelle adulte.
Le conferme della scienza
• Test di Halpern: consente di valutare l'attività del sistema reticolo endoteliale che, come già detto, è delegato all'eliminazione di sostanze nocive o estranee. Tale esperimento ha permesso di dimostrare che il gemmoderivato Betula pubescens gemme aumenta l'attività del sistema reticolo endoteliale del 37%. Questo esperimento conferma la metodologia del drenaggio, poiché dimostra
 

La gemmoterapia si basa su quattro principi.
• La vita è espressione della dinamica cellulare, le cellule embrionali (particolarmente attive) sono le più adatte a stimolare altri tessuti cellulari.
• La vita dell'uomo e degli animali dipende dai vegetali, che sono sia nutrimento sia rimedio per trattare disturbi e malattie.
• L'aIbero è il vegetale più potente, la cui energia vitale si esprime ogni anno con un grande accrescimento cellulare. I suoi meristemi sono i più indicati per disintossicare, rigenerare e curare le cellule animali.
• Betulle e querce hanno la maggior capacità, di adattamento, resistenza e rigenerazione. l loro tessuti embrionali formano la prima base per la depurazione dell'organismo.
 
Quali scegliere

 
Qui di seguito le indicazioni per depurare con i gemmoderivati alcuni organi, apparati e sistemi dell'organismo:
• Arterie: Olea europaea (Olivo), Populus migra (Pioppo).
• Apparato osteo-articolare: Betula verrucosa linfa (Betulla), Vitis vinifera (Vite Rossa), 
• Colecisti: Acer campestris (Acero campestre), Fraxinus excelsior (Frassino), Rosmarinus of.
• Colon: Vaccinium vitis idaea (Mirtillo Rosso), Rubus fructicosus (Rovo).
• Cuore: Crataegus oxyacantha Biancospino), Syringa vulgaris (Lilla).
• Fegato: Rosmarinus officinalis (Rosmarino), Corylus avellana (Nocciolo).
• Intestino: Vaccinium vitis idaea (Mirtillo Rosso), Juglans regia. (Noce).
• Metabolismo: Acer campestris (Acero campestre), Betula verrucosa linfa (Betulla), Fraxinus excelsior(Frassino), Rosmarinus officinalis (Rosmarino), Prunus spinosa (Prugnolo), 
• Milza : Tamarix gallica (Tamnerice), Juglans regia (Noce).
• Occhi:Salix alba linfa (Salice).
• Ovaie: Rubus idoeus(Lampone), Salix alba amenti (Salice), Vaccinium vitis idaea (Mirtillo rosso).
• Pancreas: Juglans regia (Noce).
• Pelle: Cedrus libani (Cedro del Libano), Platanus orientalis (Platano).
• Polmoni: Carpinus betulus (Carpino BIanco), Corylus avellana (Nocciolo), Viburnum lantana (Viburno).
• Prostata: Calluna vulgaris (Erica), Sequoia gigantea (Sequoia), Vaccinium vitis idaea (Mirtillo rosso).
• Reni: Fagus sylvatica (Faggio), Betula alba (Betulla), Quercus.
• Sangue Prunus amygdalus (Mandorlo).
• Sistema immunitario: Juglans regia (Noce), Rosa canina, Prunus spinosa (Prugnolo), Quercus peduncolata gemme (Quercia), Vitis vinifera (Vite Rossa).
• Sistema linfatico: Abies pec. (Abete Bianco), Juglans regia (Noce), Vitisis vinifera (Vite Rossa).
• Sistema nervoso centrale: Tilia tomentosa(Tiglio), Sequoia gigantea (Sequoia), Prunus spinosa (Prugnolo), Ficus carica (Fico).
• Sistema reticolo endoteliale: Betula verrucosa (Betulla) gamme, Betula alba (Betulla), Quercus peduncolata gemme (Quercia), Vaccinium vitis idaea (Mirtillo rosso).
• Stomaco: Ficus carica (Fico), Alnus glutinosa (Ontano Nero).
• Surrenali: Ribes nigrum (Ribes Nero), Quercus peduncolata gemme (Quercia).
• Tiroide: Rosa canina, Viburnum lantana (Viburno).
• utero: Rubus idaeus (Lampone), Vaccinium vitis idaea (Mirtillo rosso).
• Vene: Aesculus hippocastanum (Ippocastano), Castanea vesce Castagno), Sorbus domestica (Sorbo).
• Vescica: Calluna vulgaris (Erica), Vaccinium vitis idaea (Mirtillo rosso).
• Per un drenaggio generale: Betula alba (Betulla), Quercus peduncolata (Quercia).
 

La posologia dovrebbe essere valutato caso per caso. Tuttavia, per le persone sino a 70 anni si consigliano 30-80 gocce; oltre i 70 anni e per gli adolescenti 25-.60 gocce; per i bambini, a partire dai 2 anni, e le donne in gravidanza, 30-40 gocce.
Per il drenaggio, assumere 30-70 gocce.
Non prendere più di 3 rimedi diversi nell'arco della giornata e assumerli separatamente.
I gemmoderivrti vanno assunti preferibilmente 15 minuti prima o dopo i pasti, con un po' di acqua a temperatura ambiente.
Per favorire l'assorbimento dei principi attivi, sorseggiare lentamente il liquido, facendolo passare sotto la lingua e trattenendolo in bocca per qualche secondo. Proseguire il trattamento per almeno 2 mesi consecutivi.

 

OMEOPATIA

 

I rimedi omeopatici sono prodotti mescolando una piccola quantita' di sostanza medicamentosa con una determinata quantita' di acqua o alcool. La soluzione che si ottiene viene agitata vigorosamente; se la sostanza e' allo stato solido viene, invece, raschiata o triturata. Il rimedio che ne deriva viene definito "dinamizzato", poiche' l'agitazione o la triturazione libera l'energia dinamica racchiusa negli atomi che formano la sostanza. Il grado di diluzione dei prodotti omeopatici, viene indicato con il numero delle diluzioni progressive in relazione al rapporto di diluizione. Le forme farmaceutiche omeopatiche sono praticamente le stesse usate dalla medicina tradizionale quindi gocce, sciroppi, pomate, ovuli, supposte, fialoidi orali ecc.., con, in piu', forme tipicamente omeopatiche come globuli e granuli.
 

Le GOCCE

le soluzioni bevibili, sono costituite da una o piu' tinture madri, da una o piu' diluizioni o da una loro miscela. Possono essere preparate in veicolo alcolico a 30-60 gradi o in miscele di glicerina-alcool-acqua, a seconda della diluizione e del materiale di partenza. Sono riservate alle basse diluizioni ( da 1DH a 6 DH) e alle tinture madri (TM), generalmente assunte in forma pura o diluite in acqua, 2-4 volte al giorno.
Le FIALE

da assumere per via orale, vengono preparate utilizzando l'alcool, come veicolo per l'ultima diluizione, l'alcool al 15% V/V.
I COLLIRI

sono soluzioni acquose, sterili; la soluzione e' resa isotonica con il liquido lacrimale, attraverso il cloruro di sodio e non sono ammessi altri additivi; eventuali conservanti debbono essere indicati sull'etichetta. Di regola il preparato, dopo essere stato aperto, va utilizzato entro un mese, se conservato al riparo dalla luce.
Le SOLUZIONI INIETTABILI

sono preparati sterili, iniettabili, di tinture madri, soluzioni, diluizioni o triturazioni, preparate utilizzando acqua e cloruro di sodio, altri additivi non sono ammessi. Come contenitori vengono usate fiale di vetro, che contengono una dose unica, da somministrare subito dopo l'apertura.
Le SUPPOSTE 

sono preparate utilizzando come eccipienti i gliceridi semisintetici o il burro di cacao. Debbono presentare una consistenza omogenea e una superficie integra, debbono essere ermeticamente chiuse e conservate al di sotto dei 30 gradi centigradi. Inoltre, non sono ammessi additivi come stabilizzanti o per migliorare la consistenza.
Le POMATE

destinate ad essere spalmate o frizionate su cute e mucose , vengono preparate utilizzando come eccipiente la vaselina da sola o miscelata con la lanolina. L'uso di un eccipiente diverso deve essere espressamente dichiarato.
Altra forma di somministrazione orale e' la COMPRESSA,
preparata nel caso di sostanze insolubili, per compressione di materiale di base solido precedentemente triturato, oppure per compressione della massa impregnata di tintura madre e soluzioni o per impregnazioni di compresse inerti nel caso di sostanze solubili. Nella preparazione puo' essere usato, come eccipiente, amido o stearato di magnesio. Via di somministrazione tipicamente omeopatica e' quella sublinguale che si realizza attraverso l'assunzione di
GRANULI e GLOBULI 

forme che, piu' delle altre, consentono un maggiore e rapido assorbimento. Per quel che riguarda i GRANULI basti sapere che sono la forma farmaceutica piu' comunemente utilizzata; contenuti in tubi, sono in genere 100, di forma sferica, di consistenza solida, costituiti da saccarosio e lattosio, prescritti in tutte le diluzioni.
I GLOBULI

sono anch'essi costituiti da saccarosio e lattosio; dieci volte piu' piccoli dei granuli, vengono commercializzati in confezioni monodose/tubodose contenenti circa 200 globuli. Riservato alle diluizioni medie o alte (da 7CH a 200CH), il tubo-dose si assume in un'unica somministrazione, facendolo sciogliere sotto la lingua.

 

Materie prime omeopatiche 

Le preparazioni omeopatiche utilizzano materie prime che derivano dal regno vegetale, animale e minerale anche se non sono rare quelle a base di composti chimici di sintesi e di materiale microbiologico. In genere l'omeopatia fa ricorso, soprattutto, al regno vegetale utilizzando all'incirca 1.500 specie vegetali differenti, solitamente allo stato fresco, salvo rare eccezioni, e raccolte per quanto e' possibile nel loro habitat naturale. La loro raccolta e conservazione segue delle regole precise in quanto le piante debbono essere, per esempio, raccolte col tempo asciutto, prive di polveri, corpi estranei, non appassite, senza lesioni, putrefazioni ecc.., e conservate al fresco, surgelate o messe in etanolo. In genere, si utilizzano le piante intere, all'epoca della fioritura, le corteccie al momento della montata della linfa, il legno di soggetti giovani, gemme e germogli, frutti e semi maturi. Dopo la raccolta delle sostanze di base si puo' procedere alla preparazione della tintura madre, una soluzione concentrata ottenuta per macerazione delle sostanze di base nell'alcool. Tale preparazione si effettua in recipienti vitrei o d'acciaio, conservata in recipienti chiusi, non plastici, al riparo dalla luce e in locali freschi, per un periodo non superiore ai 5 anni, salvo casi in cui e' previsto un periodo di validita' minore. Insieme ai macerati glicerinati vegetali, preparazioni liquide risultanti dall'estrazione di determinate materie prime di origine vegetale con una miscela di alcool e glicerina, le tinture madri costituiscono i ceppi omeopatici, vale a dire il materiale che serve come punto di partenza per le diluzioni. Per quel che riguarda le sostanze di origine animale, il loro utilizzo non e' caratteristica esclusiva dell'omeopatia anche se molti rimedi omeopatici se ne avvalgono. Vengono utilizzati animali interi o parti di essi, parti di organi fresche o polverizzate, secrezioni di ghiandole, tra le quali si annoverano i veleni. Per quel che concerne, infine, le sostanze di origine minerale e chimica sono utilizzati prodotti chimici come metalli allo stato di massima purezza, prodotti minerali e miscele, composti chimici di sintesi.

 

Costituzioni e temperamenti in omeopatia 

La dottrina omeopatica suole classificare gli individui per ricondurli in gruppi ristretti che presentino tra loro la maggiore quantita' possibile di elementi simili. La suddivisione si rifa' a quella operata da Ippocrate che nomina tre costituzioni omeopatiche, tutte riferentesi all'elemento del fuoco. Per costituzione, l'omeopatia suole intendere tutte le caratteristiche del soggetto nelle sue condizioni psicofisiche e fisiologiche: appetito, alimentazione, sentimenti, intuizione, termoregolazione, resistenza fisica, intelligenza ecc. La costituzione, inoltre, individua le caratteristiche ereditate geneticamente fornendo un quadro preciso delle predisposizioni patologiche del soggetto. Le tendenze psicologiche ereditate geneticamente, invece, indicano un temperamento di fondo dell'individuo, anche se queste sono soggette ad inevitabili modificazioni dovute all'ambiente circostante.
In omeopatia si individuano le seguenti costituzioni:

- CARBONICA
- SULFURICA
- FOSFORICA

La costituzione CARBONICA e' caratterizzata da una figura non molto slanciata e con una struttura tozza, tendente all'obesita' flaccida, con la forma del volto rotonda. E' un soggetto lento, preciso, metodico, tendente ad uno stato di equilibrio, alla pace, ad una vita' piu' vegetativa che di relazione, spesso ansioso ed insicuro.

La costituzione SULFURICA presenta un aspetto piu' armonioso e proporzionato, e' un soggetto attivo, caloroso, che mangia di tutto, quando ingrassa non e' mai flaccido, e' aggressivo, trascinatore, estroverso, battagliero, che necessita' di stimoli continui, passionale, che privilegia la vita di relazione, egocentrico e che crede molto in se stesso. 

La costituzione FOSFORICA ha caratteristiche fisiche che tendono alla disarmonia con una figura longilinea, slanciata e magra a causa di un appetito capriccioso con tendenza a preferire cibi salati, e' un tipo molto freddoloso e che si stanca in fretta, d'umore variabile, ipersensibile, ha notevole intuizione, e' brillante, ha un'intelligenza viva ma e' poco realista e poco pratico. 

Nella pratica moderna e' possibile annoverare un'ulteriore tipo di costituzione: quella FLUORICA. Tale soggetto e' insieme genio e sregolatezza, per lui non esistono vie di mezzo, ha molto caldo o molto freddo, appetito sessuale esaltato o spento, e' contraddittorio, odia molto o ama molto, non ha equilibrio, e' spesso insonne, avaro, egoista, genio o ebete. 

Secondo gli addetti ai lavori, comunque, non e' mai semplice individuare una costituzione "allo stato puro", anzi, spesso ci si imbatte in soggetti che presentano una sorta di coesistenza simultanea di aspetti e questo spiega perche' c'e', comunque, una certa difficolta' ad attribuire un rimedio unico. 

Proprio per non incorrere in questo inconveniente, gli omeopati fanno prevalere una classificazione di tipo diatesico, intendendo per DIATESI o MIASMA le caratteristiche del soggetto nelle condizioni patologiche, cioe' di cosa soffre: cisti, riniti, asma, ragadi, dermatosi ecc. Una sorta di ipotesi di lavoro, dunque, nelle quali raggruppare 4 tipi:

- PSORICO
- LEUTICO
- TUBERCOLINICO
- SICOTICO

Secondo quanto riportato da Hahnemann la diatesi piu' diffusa e' quella PSORICA, tende alla disperazione e alla depressione, soffre spesso di dermatosi pruriginose, ansia, diarrea, cefalea e riniti, ha cattive abitudini alimentari ed igieniche, e' caratterizzata da un lento ma progressivo affievolimento della reattivita'. I principali rimedi per questo tipo di diatesi sono il Sulfur e lo Psorinum. 

La diatesi LUETICA ha cause eziologiche ripetute quali infezioni genitali, tossinfezioni croniche, etilismo, stati infettivi recidivanti. Sta molto meglio in montagna, e' molto egoista o molto generoso, fobico, angosciato. I principali rimedi per qesto soggetto sono Mercurius, Argentum e Aurum.

La diatesi SICOTICA soffre spesso di infezioni genitali e del cavo orofaringeo, ha ossessioni e manie, uno stato di agitazione perenne, tende alla rinuncia, trattiene i liquidi con tendenza all'obesita' pelvica, e' molto sensibile all'umidita'. Rimedi adatti sono Thuja e Causticum.

La diatesi TUBERCOLINICA da molti omeopati e' considerata a se stante. Caratteristica la sua euforia alternata a forti stati di depressione, notevole instabilita' emotiva e ansia. Tende al dimagrimento, ha ridotte difese immunitarie e una forte demineralizzazione, sta bene in montagna.

Per concludere e' bene specificare che, secondo gli omeopati, la costituzione carbonica tende alla diatesi sicotica, quella sulfurica alla psorica, quella fosforica alla tubercolinica e quella fluorica alla luesinica. Anche le diatesi, comunque, possono evolvere l'una nell'altra a seconda dello stadio di gravita' raggiunto dalla malattia.

 

Diluizioni omeopatiche  
 

Metodo hahnemanniano 

 
La deconcentrazione di un ceppo omeopatico, effettuata in base alle direttive di Hahnemann, si realizza attraverso operazioni di divisione dello stesso in un determinato solvente, nel rapporto 1:10 (decimali) o 1:100 centesimali. Il numero di divisioni cosi' realizzate, nel caso il ceppo si presenti in forma liquida, o il numero delle triturazioni, se lo stesso si presenta solido, definisce il grado di diluizione. In particolare, le preparazioni ottenute vengono comunemente identificate attraverso le seguenti sigle:
 
- per le preparazioni decimali: D, DH, X o XH
 
- per le preparazioni centesimali: C o CH
 
- per le preparazioni cinqantamillesimali: LM
 
Il veicolo comunemente utilizzato e' l'alcool al 70% anche se, in alcuni casi. puo' essere utilizzata l'acqua, da sola o mescolata ad alcool al 60% o l'alcool puro. Per la preparazioni di soluzioni centesimali, e' necessario predisporre una serie di flaconi di vetro e di tappi, di materiale inerte e in quantita' corrispondente al grado di diluizione desiderato. Nel primo flacone si introducono 99 parti, in volume, di solvente e una parte in massa, in peso, di materiale omeopatico. Di seguito, dinamizzare la soluzione, impartendo al flacone 100 forti agitazioni: la diluizione, cosi' ottenuta, e' la prima centesimale (1CH). Per ottenere la diluizione seconda centesimale (2CH) e' necessario aggiungere, in un secondo flacone, una parte in volume , della diluizione 1CH alle previste 99 parti di veicolo. Per raggiungere il grado di diluizione voluto, e' necessario operare allo stesso modo, tante volte quanto e' la diluizione richiesta. Per le diluizioni decimali, si opera nella stessa maniera, ma secondo la serie decimale.
 
Tra le diluizioni Hahnemanniane si puo' annoverare il metodo 50 millesimale, descritto per la prima volta da Hahnemann nella VI edizione dell'Organon, pubblicata nel 1921. Schematicamente la deconcentrazione si puo' rappresentare suddivisa in varie fasi: innanzitutto si procede a tre triturazioni centesimali successive, normalmente in lattosio, utilizzando come prodotto di partenza 1 parte di ceppo solido o liquido. Si prelevano 0,05 g di questa triturazione centesimale, 3 CH, che vengono sciolti in 500 gocce di una soluzione idroalcolica, preparata con una parte di alcool 90% e quattro parti di acqua; si preleva una goccia di questa soluzione e la si versa in un flacone contenente 100 gocce di alcool al 95%, si agita almeno 100 volte, ottenendo cosi' la prima diluizione 50 millesimale 1 LM. Una goccia di questa diluizione viene usata per impregnare 500 globuli che rappresentano il punto di partenza per le successive diluizioni. Per ottenere la seconda diluizione 50millesimale, si preleva un globulo che viene introdotto in un flacone con 100 gocce di alcool al 95% V/V, agitando ancora per 100 volte; tale operazione si puo' ripetere fino alla diluizione desiderata, anche se Hahnemann ha utilizzato tali diluizioni non oltre la 30 cinquantamillesimale. Il nome 50 millimesimale, deriva proprio dalle due fasi precedentemente descritte: la prima con un rapporto di diluizione di 1 a 500 e la seconda con un ulteriore rapporto di 1 a 100, pari a 1/500 x 1/100 = 1/50000. I vantaggi delle metodiche Hahnemanniane si possono essenzialmente ricondurre all'alta velocita' di esecuzione, che consente di ottenere potenze piu' alte delle altre tecniche, con una maggior precisione e con pochissimo consumo di materiali e solventi. I limiti si possono individuare nella scarsa precisione delle diluizioni dei materiali di partenza, che rende difficile ogni rapporto con deconcentrazioni ottenute diversamente e impossibile ogni scala di corrispondenza.

 

Metodo korsakoviano

 
Tra le diluizioni omeopatiche risultano di particolare interesse quelle effettuate con il metodo "Korsakoviano". Il metodo di Korsakov, detto anche del flacone unico, realizza la diluizione di un ceppo omeopatico attraverso operazioni successive in un veicolo liquido, precisamente acqua distillata, operando in un flacone unico. E' il numero di operazioni effettuate che definisce il grado di diluizione. Con questo metodo si ottengono delle preparazioni liquide, chiamate diluizioni korsakoviane, designate con l'abbreviazione K preceduta dal numero che corrisponde al grado di diluizione. Operativamente la diluizione si effettua attraverso l'agitazione di 5 ml di tintura madre in un flacone di vetro da 15 ml; il numero delle agitazioni non deve essere inferiore alle 100 volte, dopo di che si svuota il flacone per aspirazione del contenuto; subito dopo si introducono nello stesso flacone 5 ml di acqua distillata, quantita' che rappresenta 99 volte il contenuto della tintura madre rimasta sulle pareti del flacone, si agita ancora per 100 volte, ottenendo cosi' la prima diluizione Korsakoviana 1K. Si prosegue sempre con lo stesso metodo fino al raggiungimento della diluizione desiderata. Nel caso di ceppi omeopatici insolubili in alcool o acqua, prima delle operazioni sopra descritte, si effettuano tre triturazioni centesimali in lattosio. Tale metodo, rispetto a quello di Hahnemann, e' realizzabile piu' semplicemente, necessita di meno materiale e solvente, e' meno dispendioso e permette di raggiungere alte potenze omeopatiche. Il limite del metodo Korsakoviano e' rappresentato dalla approssimazione con cui vengono condotte le diluizioni, visto l'utilizzo di un unico contenitore, insieme alla soggettivita' marcata delle operazioni e alla impossibilita' di comparare le preparazioni ottenute con quelle realizzate con il metodo di Hahnemannn considerando l'utilizzo di solventi diversi. 

 


 

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