Che
cos’è la rinite allergica?
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Quali
forme di rinite allergica conosciamo?
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È una
infiammazione periodica o cronica a carico del naso dovuta ad una
reazione allergica; questa reazione si scatena quando una
sostanza dell’ambiente esterno normalmente innocua viene a
contatto con la mucosa nasale di un bambino che si è sensibilizzato
– vale a dire allergico - nei confronti di quella sostanza.
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A seconda della
durata distinguiamo una rinite perenne se dura
tutto l’anno ed una rinite intermittente se
compare solo in alcuni periodi dell’anno come per esempio in
primavera nei bambini allergici alle graminacee.
In base alla
intensità dei sintomi si considera lieve, moderata,
grave.
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Con quali
sintomi si manifesta?
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Quali sono
le sostanze (allergeni) che possono causare la rinite allergica?
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La mucosa nasale si
gonfia e si ha una continua secrezione nasale liquida.
Il gonfiore
e la secrezione concorrono ad ostruire il passaggio
dell'aria per cui si ha sensazione di naso chiuso.
Frequenti starnuti e prurito nasale completano il
quadro dei sintomi. L'intensità del raffreddore può essere
determinata anche dal numero di fazzoletti sporcato nella giornata.
La secrezione nasale può, poi, scendere posteriormente verso la
gola e provocare tosse e prurito nella stessa gola.
Il bambino spesso
dorme con la bocca aperta perché il naso è così ostruito
dall'ingrossamento dei turbinati (piccole protuberanze dentro le
narici) e dalla secrezione di muco che l'aria non riesce a passare
nel modo più assoluto.
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I pollini
(di graminacee, parietaria, composite,
ecc.) sono i principali allergeni, tanto che questo tipo di
raffreddore viene anche chiamato febbre da fieno ed è tipicamente
intermittente-stagionale, cioè primaverile.
Le spore di alcuni
funghi come l'alternaria provocano anch'esse una
rinite stagionale (luglio - agosto).
Il pelo di
animali domestici, come il gatto, può provocare sintomi
nasali quando il bambino lo avvicina.
Gli acari
della polvere di casa (dermatophagoides pteronissinus e
farinae) possono indurre raffreddore durante tutto l'arco dell'anno,
ma soprattutto in primavera - autunno quando si riproducono.
Tipica allergia ai dermatofagoidi è la rinite con salve di starnuti
al risveglio del bambino.
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Quali
altre forme di rinite devono essere escluse?
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Devono essere
escluse:
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le forme
di rinite infettive (virali e batteriche), facilmente
riconoscibili per la presenza di secrezione densa gialla o
verdastra che tende a scolare posteriormente nella faringe;
-
le
riniti vasomotorie scatenate da sbalzi di temperatura
(freddo, caldo, umidità), da sostanze chimiche (farmaci).
In età pediatrica
l’ingrossamento delle adenoidi (ipertrofia
adenoidea) è una causa frequentissima di disturbi respiratori
diurni e notturni, patologia che deve essere sempre esclusa nei casi
di rinite persistente.
Infine ricordiamo
una forma più rara in età pediatrica identificata come rinite
eosinofila (o Non Allergic Rhinitis with Eosinophilic
Sindrome, N.A.R.E.S). La mancanza di familiarità per allergia e la
negatività dei test allergologici orienta verso questa forma.
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Come
si fa la diagnosi di rinite allergica?
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La raccolta della
storia clinica (eventuale dermatite
atopica nei primi anni di vita...), della familiarità per
allergie nei genitori e/o nei fratelli e l’aspetto delle mucose
del naso (mucosa nasale pallida, ipertrofia dei turbinati) sono gli
elementi fondamentali per la diagnosi, unitamente all’esecuzione
delle prove
cutanee allergometriche di rapida e semplice esecuzione (prick
test).
Solo in rari casi
(dubbi non ancora risolti dalla storia e dalle prove cutanee
allergometriche) si può ricorrere al dosaggio delle IgE specifiche
per i vari allergeni.
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È
importante la prevenzione ambientale?
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Quale
terapia è più indicata?
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Nei bambini affetti
da rinite allergica da acari, muffe, pelo di animali ecc… è
importante ridurre quanto più possibile il contatto con
l’allergene tentando la bonifica dell’ambiente in cui
il bambino vive, in particolare la stanza da letto.
Usare presidi come
il coprimaterasso e il copricuscino antiacaro lavabili a caldo
(oltre 55°C) riducono la carica antigenica; ridurre al minimo
essenziale i libri, i pelouches, eliminare tappeti e moquettes, dove
la polvere si accumula con facilità, migliora il benessere del
bambino.
Purtroppo possiamo
fare ben poco per ridurre l’esposizione ai pollini, come nel caso
delle graminacee, salvo utilizzare in casa e in auto aria
condizionata con un filtro antipollini; ma quando il bambino esce il
contatto con i pollini è inevitabile.
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I cardini della
terapia della rinite allergica sono gli antistaminici per
bocca e i corticosteroidi topici nasali,
sempre su indicazione dello specialista allergologo pediatra.
Nelle riniti da
pollinosi la prevenzione ambientale è pressoché impraticabile per
cui può essere indicato ricorre alla immunoterapia
desensibilizzante (i cosiddetti “vaccini antiallergici”) che
consiste nella inoculazione sottocutanea di dosi crescenti
dell’estratto allergenico dei polline a cui il bambino è
reattivo.
Più recentemente,
è stata adottata per la terapia desensibilizzante l’assunzione
per bocca dell’estratto allergenico: si tratta di una procedura
molto più gradita dal bambino, tuttavia l’efficacia di questo
tipo di terapia desensibilizzante non è ancora così ben provata
come quella della inoculazione sottocutanea.
La
desensibilizzazione può essere utilizzata anche nei confronti dei
dermatofagoidi, sempre su consiglio dell’allergologo pediatra.
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Quali sono
le complicanze più temibili della rinite allergica?
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L’infiammazione
periodica o cronica dei seni paranasali (sinusiti, celluliti
periorbitarie), la formazione di polipi nasali e la comparsa di asma
bronchiale rappresentano le più frequenti complicanze.
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